Mettere microspie è reato?
17/07/2022 By Giuliano Franceschini Non attivi

Mettere microspie è reato?

La tecnologia sta facendo enormi passi in avanti rendendo sempre più a portata di mano dispositivi elettronici e rendendo sempre meno ingombranti smartphone e tablet. Ma anche microfoni e telecamere sono diventati sempre più piccoli tanto da poter essere inseriti praticamente ovunque, come vediamo anche nei film e nelle serie televisive.

Nella seconda stagione di Blindspot, una serie poliziesca americana, una cimice viene impiantata in un dente di uno dei protagonisti. È davvero possibile? E se invece di un dente, si fosse trattato di una delle dentiere mobili di ultima generazione, una di quelle con i prezzi più elevati?

Anche se questa suggestione sembra essere ai limiti della fantascienza, un’altra domanda sorge spontanea: è legale registrare una persona, mentre compie un’azione o parla, senza il suo consenso attraverso una microspia?

Oggi risponderemo a questa domanda.

È reato usare le microspie?

È risaputo che le attività di spionaggio possono portare a scoprire informazioni tanto importanti quanto scomode, come la raccolta di prove schiaccianti contro chi commette un reato, ma non sempre è consentito spiare.

Nell’ambito lavorativo, ad esempio, essere spiati o intercettati può essere una grave violazione a causa dello spionaggio industriale.

Le intercettazioni effettuate attraverso delle microspie nascoste permettono di acquisire informazioni e intere comunicazioni private all’insaputa dei diretti interessati. Tuttavia, questa azione può costituire reato.

Più nel dettaglio dobbiamo fare riferimento all’articolo 615 del Codice Penale che sancisce che “Chiunque mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”.

Inoltre, è vietata anche la diffusione del materiale raccolto con questa modalità.

Secondo la Giurisprudenza italiana, infatti, è necessario tutelare la privacy dei luoghi di privata dimora. Di conseguenza, registrare con microspie senza il consenso rappresenta un’interferenza illecita alla vita privata.

Vi sono però alcune condizioni che rendono legale l’utilizzo delle microspie. Vediamo quali.

Quando non è reato usare le microspie

Le due condizioni fondamentali che permettono di utilizzare le microspie senza commettere reato sono due: chi registra deve essere presente fisicamente durante la registrazione e la registrazione deve avvenire fuori dalla dimora privata del soggetto registrato.

Di conseguenza, possiamo dedurre che l’utilizzo delle microspie costituisce reato nel momento in cui si avvia la registrazione e ci si allontana per lasciare registrare senza la presenza di chi ha azionato la microspia.

Inoltre, non si può utilizzare all’interno dell’abitazione del soggetto registrato, nel suo garage o nel suo studio o nell’ufficio privato.

Invece, in luoghi come i negozi, che sono aperti al pubblico, si possono utilizzare le microspie.

Neanche l’automobile è considerata luogo privato quindi possono essere fatte le registrazioni all’interno del veicolo.

Tra i luoghi in cui è considerato vietato l’utilizzo di microspie ci sono anche i bagni pubblici perché, pur non essendo un luogo privato, rappresenta un luogo in cui la registrazione effettuata può fornire una effettiva e concreta testimonianza della vita privata del medesimo.

Infine, non è consentito l’utilizzo delle microspie in mezzo alla strada per registrare il traffico dei pedoni all’oscuro di essere ripresi.

La registrazione senza il consenso del soggetto registrato può rappresentare una grave violazione della privacy di una persona. Inoltre, quando le registrazioni non sono “a norma” non costituiscono in genere prove ammissibili in tribunale.

Inoltre, le intercettazioni sono consentite nei procedimenti relativi a reati particolari come i delitti non colposi, e per quei delitti non colposi per cui è prevista una pena massima superiore a 5 anni fino all’ergastolo.

È anche consentito registrare attraverso le intercettazioni quei delitti contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista una pena massima superiore ai 5 anni di reclusione.

Infine, è consentito ricorrere all’intercettazione nel caso di operazioni riguardanti delitti che riguardano sostanze stupefacenti o psicotrope, ma anche armi e sostanze esplosive oltra la contrabbando e alle attività finanziarie illecite.