Il recesso nei prestiti finalizzati: come funziona e cosa sapere

l prestiti personali finalizzati rappresentano oggi uno dei metodi per ottenere una certa liquidità presso una finanziaria o una banca a favore di uno o più acquirenti. Il prestito personale finalizzato, infatti, è un metodo semplice e veloce con cui oggi è possibile acquistare dei beni di consumo. Questo tipo di prestito permette la concessione di un credito per la sua cifra intera da rimborsare in rate mensili di importo fisso.
Chi sceglie di acquistare un bene particolare si affida ad una finanziaria o a un dealer (punto vendita), così da ottenere la liquidità necessaria per il suo acquisto. Il rimborso di questi prestiti avviene in modo rateale, con rate mensili di importi fissi e precisi.
Estinzione contratto e recesso
Quando un contratto di prestito perde la sua efficacia, e quindi la sua validità, si parla di estinzione del contratto stesso. Sono diverse le modalità con cui oggi si può decidere di estinguere un contratto di prestito. I casi in cui si sceglie di estinguere un contratto sono molteplici, tra cui la rescissione o l’inadempimento, ma anche la risoluzione per impossibilità sopravvenuta o il recesso, uno dei casi oggi più diffusi in generale.
Il recesso può essere definito come il diritto di poter sciogliere il contratto attraverso una dichiarazione unilaterale che viene comunicata all’altra parte. Il recesso può essere svolto almeno fino a quando non viene eseguito il contratto. Il recesso deve avere inoltre la stessa forma del contratto originario. Il recesso può avere in linea di massima due diverse forme, ovvero essere di tipo legale e di tipo convenzionale. È legale quando viene previsto per legge, mentre risulta convenzionale quando viene previsto dal contratto di prestito stesso tramite un’apposita clausola. Sul sito www.iprestitifinalizzati.it trovi tutto ciò che ti serve per saperne di più sull’argomento.
Quando è previsto il diritto di recesso e come richiederlo
Sono molte le persone che si chiedono se sia possibile un recesso da parte dell’acquirente dopo che viene in possesso del bene stesso. Ad esempio, uno di questi recessi riguarda la possibilità per l’acquirente di poter recedere dal contratto entro 14 giorni dalla data della firma del contratto che regola il prestito. Questo tipo di diritto di recesso da parte del richiedente del prestito non prevede il pagamento di alcuna penale. Se si richiede il recesso sempre entro i 14 giorni, allora non è necessario che il richiedente specifichi una motivazione per cui di dovrebbe chiudere il contratto.
Il recesso deve essere comunicato attraverso una lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Nella lettera occorre specificare ad esempio che il soggetto intende procedere con il suo diritto di recesso ai sensi di una specifica direttiva comunitaria (la direttiva 48/2008 e dell’art 125 ter del TUB). Sono richiesti anche altri tipi di requisiti necessari per compilare la lettera raccomandata, tra cui ad esempio il fatto di indicare la data di conclusione del contratto, con in allegato il numero del contratto a cui ci si riferisce.
Cosa dice la legge sul recesso da un prestito finalizzato
Il consumatore ha il diritto di recedere dal contratto di credito entro quattordici giorni. Questo termine termine decorre dal momento in cui si conclude il contratto stesso, ovvero dal momento in cui il consumatore riceve le varie condizioni e tutte le informazioni previste ai sensi dell’articolo 125 bis, comma 1.
Una clausola specifica dettata dall’articolo 125 (ter comma 2 lettera b) del TUB disciplina il caso in cui invece il prestito sia già stato erogato. In questo caso, il contratto risulta quindi essere già in esecuzione. In questo caso, il consumatore ha sempre il diritto di recesso, anche se con delle condizioni differenti da caso a caso. Considera che l’acquirente può decidere di recedere solo a seguito di una restituzione da parte della banca del capitale concesso e degli interessi che sono stati maturati fino a quel momento.